Vedere per credere o credere per vedere?

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Un giorno due ciechi chiesero a Gesù di essere guariti («Abbi pietà di noi, Figlio di Davide!») e Gesù domandò loro: «Credete che io possa far questo?» (Vangelo di Matteo 9:27-28). Probabilmente, ogni volta che leggiamo questi versetti ci rendiamo conto di quanto la nostra fede, nonostante i nostri sforzi per farla crescere, sia ancora piccola…

Credere pienamente nel Signore significa non avere il minimo dubbio in alcuna situazione. Nel momento stesso in cui nei ragionamenti che riguardano il nostro rapporto con Dio inseriamo le parole: «ma… però… chissà… non si sa mai… eppure… e se…», dimostriamo di non avere la fede necessaria. Ciò non significa che dobbiamo essere degli sprovveduti, incoscienti che vanno allo sbaraglio: sicuramente nella vita occorre essere attenti, prudenti e previdenti nelle scelte per il presente e per il futuro… ma a tutto c’è un limite! Un limite che, grazie a una coscienza guidata dalla Parola di Dio, dovrebbe diventare ben chiaro.

Domandiamoci allora: in chi confidiamo veramente? Nell’episodio del Vangelo di Matteo che abbiamo citato, troviamo due persone che, nonostante la loro cecità, riuscirono a seguire Gesù e lo pregarono di ridar loro la vista: benché privi della vista naturale – o forse proprio per questo – essi erano consci dei propri bisogni, erano diventati avveduti e sapevano comprendere meglio di altri le cose spirituali. Infatti, chiamando Gesù «Figlio Di Davide», quei due uomini dimostrarono di riconoscerlo come il Messia tanto atteso in Israele e di essere certi che, per questo, egli avrebbe potuto senz’altro guarirli. Nel momento in cui Gesù mise alla prova la loro fede, domandando se lo credessero davvero in grado di restituire loro la vista, i due risposero subito in modo affermativo: in loro non vi fu nessuna esitazione, nessun «sì ma però…», nessun «speriamo bene…», nessun «forse».

E la nostra fede? È altrettanto sicura? Molti dicono: «Vedere per credere», mentre Dio dice: «Credere per vedere»! Già, perché il Signore non gradisce la fede che, prima di credere, chiede una conferma o un miracolo. Egli desidera invece che crediamo in lui semplicemente perché è il Signore. Quando la nostra fede diventa forte come quella dei due ciechi, allora anche i nostri occhi si aprono e finalmente ci vediamo bene, affrontando la vita in modo diverso, senza nessun timore, con la piena consapevolezza del fatto che Dio può.

Come va la tua fede? A che punto è? E perché non parlarne assieme davanti alla Parola di Dio? Come disse l’apostolo Paolo, infatti, «la fede viene dall’ascolto della Parola di Dio» (Lettera i Romani 10:17), quel Dio che, se ci affidiamo veramente a lui, può «fare smisuratamente al di là di quanto chiediamo e pensiamo» (Lettera agli Efesini 3:20)!

Remo Molaro

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