Che capiti di pensare poco a quanto espresso dal “Padre nostro”, d’altronde, è ben visibile da un fatto preciso. La preghiera insegnata da Gesù fu essa stessa ritagliata sulle esigenze del momento, come dimostra una delle richieste in essa contenuta: «Venga il tuo Regno» (Matteo 6:10). Contrariamente a quanto molti pensano, il Regno di Dio è già venuto, e precisamente con il compimento dell’opera terrena di Gesù (che sulla croce, subito prima di morire, disse: «è compiuto»: Giovanni 19:30), col conseguente inizio della predicazione della sua risurrezione e della possibilità di perdono per mezzo del suo sacrificio, con la nascita della prima comunità di Cristiani a Gerusalemme e poi via via di tante al comunità nel mondo. Infatti, nel giorno della Pentecoste ebraica successiva alla croce (sette settimane dopo), lo Spirito Santo discese con potenza sugli Apostoli a Gerusalemme, Pietro annunciò il Vangelo e moltissime persone si battezzarono per il perdono dei loro peccati, diventando Cristiane (si legga Atti degli Apostoli cap. 2). E infatti Gesù, tempo prima di Atti cap. 2, diceva ai suoi uditori: «In verità vi dico che vi sono alcun qui presenti che non gusteranno la morte, senza aver visto il Regno di Dio venire con potenza»(Marco 9:1). Ecco anche perché Giovanni il Battista, immediato precursore di Gesù, esortava e ammoniva i suoi contemporanei dicendo: «Ravvedetevi, perché il Regno dei cieli è vicino!» (Matteo 3:2), e la stessa identica cosa predicavano Gesù e gli Apostoli (vedi Matteo 4:17, 10:7; Luca 10:9-11). Inoltre, quando Gesù annunciò che avrebbe edificato la sua Chiesa (cosa che poi fece tramite l’opera degli Apostoli, ai quali diede l’incarico di predicare in tutto il mondo: Matteo 28:18-20), identificò tale Chiesa col Regno dei cieli, perché chi ne fa parte è parte del Regno di Dio (ciò è chiaramente espresso in Matteo 16:18-19). Coerentemente, l’Apostolo Paolo scriveva ai Cristiani del suo tempo dicendo loro che erano stati «riscossi dalla potestà delle tenebre» (ossia dal peccato, dal dominio di Satana) ed erano stati da Dio «trasportati nel Regno del suo amato Figlio», cioè nella realtà nella quale è possibile avere «la redenzione per mezzo del suo sangue e il perdono dei peccati» (Colossesi 1:13-14). In conclusione, l’invocazione di Gesù «venga il tuo Regno» riguardava ciò che stava per realizzarsi in quei tempi, ossia l’adempimento della missione terrena di Cristo; a tale richiesta il Padre ha già risposto, soddisfandola. Oggi i veri Cristiani non chiedono più «venga il tuo Regno», perché essi sono già parte del Regno; piuttosto, essi pregano per il ritorno del Signore Gesù, che porrà fine al mondo e consegnerà il Regno (cioè la Chiesa, i salvati) nelle mani del Padre, come spiega molto bene Paolo in 1Corinzi 15:24 e in altri passi di quest’ultimo contesto biblico.
Luoghi comuni
“… e vieni in una grotta?”
Il presepe, Gesù bambino nella grotta. Chi può togliere questa rappresentazione (celebrata anche da un famoso canto natalizio) dall’immaginario popolare, dopo tanti secoli? Già dal