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«Ed egli, veduta la loro fede, disse a quello: «Uomo, i tuoi peccati ti sono perdonati».

Questo versetto (Vangelo di Luca 5:20) racconta la guarigione di un paralitico portato a Gesù da quattro uomini e ci pone davanti a domande fondamentali. Se fosse possibile trovarsi ora nella stessa situazione davanti a Gesù, avrei tutta la fede che dimostra il paralitico? In un mondo dominato dall’egocentrismo, sarei circondato di amici pieni di fede, disposti a fare così tanto per la mia guarigione, oppure mi troverei da solo? Quale sarebbe la mia reazione alla risposta «i tuoi peccati ti sono perdonati», quando invece avrei voluto sentirmi dire prima di tutto «alzati e cammina»?

Certo è che in una sola riga troviamo tanti insegnamenti e spunti di riflessione su cui potremo scrivere pagine e pagine: ad esempio il potere di Gesù di perdonare i peccati, l’importanza della fede come elemento che permette l’intervento divino, la connessione tra guarigione spirituale e fisica… e in particolare il fatto che, a differenza di quanto desidera la maggior parte degli uomini, per il Signore è assolutamente più importante la guarigione spirituale di quella fisica, e non viceversa.

La premessa «Veduta la loro fede» ci insegna che la nostra fede è qualcosa che si vede, cioè deve tradursi in atti concreti: non è una parola al vento, o una teoria! Ecco perché Gesù, osservando la determinazione e la fiducia degli uomini che portavano il paralitico, ne riconosce pubblicamente la fede. «La fede senza le opere è morta» (Lettera di Giacomo 2:26).

Riflettiamo poi sulla frase: «Uomo, i tuoi peccati ti sono perdonati»: Gesù, con la sua autorità divina, prima di tutto pronuncia parole di perdono e dimostra, in quanto Figlio di Dio, di avere il potere di perdonare i peccati. 

Quindi la cosa più importante su cui soffermarsi in questo episodio è che il perdono dei peccati precede la guarigione fisica. Ci è mai capitato di attraversare un periodo particolarmente difficile della vita, un periodo di grande sofferenza, così lungo da farci anteporre la salute fisica a quella dell’anima, e di maledire Dio se non ce la concede, lasciandoci nelle sofferenze? È volontà  del Signore Gesù che i suoi discepoli, con le preghiere quotidiane, ottengano la forza di sopportare anche i problemi di salute più gravi, preparandoli alle tentazioni che li accompagnano, e che nulla li smuova dal lottare per raggiungere l’obiettivo finale: «Noi non siamo di quelli che si tirano indietro a loro perdizione, ma di quelli che credono per la salvezza dell’anima» (Lettera agli Ebrei 10:39).

Lasciamo che Dio operi nel nostro cuore attraverso la sua Parola, aprendolo alla fede. Abbandoniamoci a Dio invece di continuare ad indurire il nostro cuore come fece il faraone in occasione dei famosi episodi delle dieci piaghe d’Egitto che tutti più o meno conoscono. 

La fede è «fondamento delle cose che si sperano e prova di quelle che non si vedono» (Ebrei 11:1), è una certezza interiore che va oltre le evidenze dell’esperienza e che offre speranza in questa vita, nelle promesse di Dio, nella vita eterna. La vera fede in Dio ci fa capire quanto siamo piccoli davanti a Lui, ci trasforma da uomini orgogliosi a umili servitori, ci fa comprendere quanto siamo fragili e quanto questa vita non abbia nessun senso se non scegliamo di vivere alla luce di Dio. La fede ci porterà alla conversione e al ravvedimento affinché Lui ci possa vedere come uomini giusti. 

Soltanto camminando secondo Dio possiamo provare quel sentimento che non ci fa vivere nella paura; paura di ammalarsi, paura di stare male, paura del futuro, paura di morire troppo giovani, o paura di invecchiare nella solitudine e nella sofferenza. Sostanzialmente nella paura di quelle situazioni che non possono essere sotto il nostro controllo, e quindi, alla fin fine, paura di tutto! 

La vera fede ci permette anche o di guarire dalle malattie, o di conviverci al meglio. Avere fede significa non dubitare mai della potenza di Dio per ogni cosa e in qualsiasi momento e non dubitare della potenza della preghiera fatta con cuore sincero, perché Dio ascolta la preghiera di chi sceglie di ravvedersi e convertirsi a Lui. Dio ascolta la preghiera fatta con fede, accoglie le richieste lecite e soprattutto le richieste che sono un bene per la nostra anima. La vera fede è riposta in Dio e non nelle nostre ricchezze, capacità, forze fisiche, e così via, perché tutto ci è stato dato da Dio e così come ci è stato donato, ci può essere anche tolto in un attimo. Ecco allora che dobbiamo farci una domanda: Com’è la mia fede? In cosa la ripongo? Siamo ancora in tempo per cambiare ciò che dentro di noi ci impedisce di avere quella fede buona, vera, forte, sincera e gradita a Dio.  

Donaci allora, Signore, la fede necessaria riguardo alla tua capacità e volontà di guarire le nostre anime. Aiutaci a desiderare il perdono dei peccati più di qualsiasi benedizione terrena o della vita stessa. Rendici capaci di credere al tuo potere di perdonare i peccati, perché solo così le nostre anime si eleveranno e andranno dove a te piace. Amen!

Remo Molaro

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