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La carenza d’acqua sta diventando anche da noi un incubo. Bruttissima cosa, la siccità! E, purtroppo le proiezioni sull’immediato futuro non preannunciano niente di buono…

Qui vogliamo però trattare di un genere di siccità che esiste a prescindere da quella materiale: parliamo infatti della carenza di una realtà essenziale per la nostra vita, ma da un punto di vista spirituale: la Parola di Dio, con tutto ciò che essa può generare in noi in vista di un corretto e profondo rapporto con il nostro Creatore.

In tutta la Bibbia l’acqua è simbolo di vita, di pulizia interiore, di rinascita, di prosperità: i riferimenti sono numerosissimi, ma ci limitiamo a ricordarne pochi, comunque più che sufficienti per evidenziare alcune verità fondamentali.

Il Salmo 1, ad esempio, nei suoi primi versetti, ci dice che chiunque apprezza e pratica la Parola di Dio è «come un albero piantato lungo i rivi d’acqua, che dà il suo frutto nella sua stagione, le cui foglie non appassiscono e che prospererà in tutto ciò che fa»: per questo dobbiamo desiderare l’acqua di Dio per dissetare le nostre anime e purificare le nostre menti e i nostri cuori. «L’anima mia è assetata di te, a te anelo in terra arida e riarsa, senz’acqua»: così Davide invoca Dio all’inizio del Salmo 63.

In un mondo che è perennemente colpito dalla siccità anche laddove l’acqua materiale abbonda – ossia in un mondo alieno dal Signore, secco, riarso, privo dei frutti dello Spirito – il vero credente è colui che ricerca il prezioso liquido vitale proprio come una persona assetata e disidratata brama intensamente l’acqua, sapendo di non poter vivere senza.

«Attingerete con gioia l’acqua dalle fonti della salvezza», prometteva un grande profeta a chi invocava e celebrava Dio con cuore puro (Isaia 12:3). La Parola di Dio, il suo amore, la sua guida, la sua salvezza sono preziose per il nostro spirito allo stesso modo in cui l’acqua è preziosa per il nostro corpo: senza, si muore. La differenza è che dell’assenza della acqua materiale ce ne accorgiamo subito e ne soffriamo automaticamente, perché gli effetti della sua mancanza sono immediatamente e inevitabilmente percepibili. Dell’assenza dell’acqua che deve nutrire il nostro spirito, invece, tendiamo a non accorgercene, oppure rischiamo di accorgercene troppo tardi, quando diventa difficile, o addirittura impossibile, reidratarsi… Se però ce ne accorgiamo in tempo, e corriamo ai ripari cercando il Signore, la nostra vita cambierà in meglio e la gioia riempirà il nostro cuore!

Un altro grande profeta accusò il popolo di Dio, in una fase molto negativa della sua storia, di avere costruito «cisterne rotte», che non tenevano l’acqua, e di avere allo stesso tempo abbandonato Dio, unica «sorgente d’acqua viva» (Geremia 2:13). Tutte le volte che ci creiamo dei surrogati di Dio, che viviamo per obiettivi sbagliati o comunque limitati, destinati a disperdersi – proprio come l’acqua che fuoriesce inevitabilmente da una cisterna rotta – gemiamo nella siccità e perdiamo di vista l’acqua di Dio, quella che ci arreca la vita eterna.

Già, perché proprio questa è la promessa di Gesù: solo lui può donarci «acqua viva» da una «fonte che zampilla in vita eterna», e solo grazie a lui «sgorgheranno fiumi d’acqua viva da dentro di noi» (Vangelo di Giovanni 4:10.14, 7:38). Nel libro che chiude la rivelazione biblica, ancora Gesù dice: «Io sono l’Alfa e l’Omega, il principio e la fine; a chi ha sete io darò in dono della fonte dell’acqua della vita». E l’invito finale delle Sacre Scritture è proprio questo: «Chi ha sete, venga, e chi vuole prenda in dono dell’acqua della vita» (Apocalisse 21:6, 22:17).

Per questo, ancora Gesù disse: «Beati coloro che sono affamati e assetati di giustizia, perché saranno saziati» (Vangelo di Matteo 5:6). È decisivo, dunque, renderci conto della nostra sete, della nostra aridità, delle nostre siccità, se vogliamo essere reidratati e dissetati dal Signore.

Concludiamo riportando un’altra incoraggiante promessa che Dio rivolge a chi vuole veramente fare la sua volontà: «Tu sarai come un giardino annaffiato e come una sorgente d’acqua le cui acque non vengono mai meno» (Isaia 58:11).

Poniamo rimedio alla nostra siccità interiore!

Valerio Marchi

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