“Settimo” o “terzo” cielo?

“Essere al settimo cielo”, nel parlare comune, è una espressione usata per esprimere il raggiungimento di una immensa gioia, di uno straordinario stato di soddisfazione. Molti, oggi, credono che tale modo di dire derivi dalla Bibbia, e in particolare dalla religione cristiana, ma non è così. In realtà, l’espressione trova fondamento nell’antico sistema planetario aristotelico-tolemaico, secondo il quale la volta celeste era divisa in cieli e il settimo di essi costituiva l’ultima sfera alla quale gli esseri umani potevano accedere, poiché al di là di essa si entrava nell’ambito dell’eterno e del divino. Gli Ebrei dei tempi biblici ritenevano invece che il cosmo fosse diviso in tre strati, essendo il terzo quello ove dimorano con Dio i salvati, i redenti (la tradizione rabbinica e la mistica ebraica hanno ipotizzato una pluralità di cieli – 2, 3, 5, 7, 10… –, ma comunque sempre ripartiti in tre grandi “settori”; si tratta, in ogni caso, di esagerate congetture umane che non trovano corrispondenza nel testo biblico).

In quest’ottica, va compreso quanto scritto dall’Apostolo Paolo, Ebreo convertitosi al Cristianesimo, nella Seconda Lettera ai Corinzi (12:2-3), ove parla del «terzo cielo» (definendolo anche Paradiso) per cercare di esprimere in termini umani la massima ascesa e vicinanza rispetto alle sublimi realtà divine, la meta oltre la quale non ve ne possono essere altre, la suprema beatitudine. Si noti bene, ora: mentre il “settimo cielo” della cosmologia aristotelico-tolemaica conduce solo fino alla soglia del divino, il “terzo cielo” del Vangelo (che – grazie a Dio – i veri cristiani raggiungeranno al termine di questa vita terrena) fa vivere con l’Onnipotente in eterno, laddove il Padre celeste è «tutto in tutti»(1Corinzi 15:28). Solo se saremo fedeli al Signore potremo dire un giorno: «Sono al terzo cielo»! I “settimi cieli” delle glorie e delle felicità terrene, per un cristiano, sono un nulla rispetto alla gloria di Dio, e nessun “settimo cielo” di questo mondo fa fare un solo passo avanti verso la felicità eterna.

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